Lo Stress (dal latino strictus, che significa serrato, stretto, compresso) può essere definito come un vissuto psicologico che si prova quando una persona è sottoposta dall’ambiente esterno ad eccessive pressioni, tali da modificare una condizione di relativo equilibrio psicologico e fisico. Le situazioni esistenziali che possono causare lo stress possono essere numerose e di varia natura: ad esempio, un delicato intervento chirurgico, le gravose esigenze lavorative, la separazione dal proprio partner, la perdita del lavoro, una malattia fisica, la morte di una persona cara, la crisi o la fine di un rapporto sentimentale, l’assolvere al ruolo genitoriale, lo studio e gli esami scolastici, una intensa attività agonistica oppure le varie incombenze della vita quotidiana.
Come si vede, dunque, lo stress è un vissuto psicologico collegato strettamente al rapporto tra le stimolazioni ricevute dall’esterno ed il mondo interno di una persona. Va sottolineato, comunque, come queste situazioni esterne sollecitino determinate risposte psico-fisiologiche (come ad esempio l’aumento della pressione arteriosa) che spesso possono essere utili e salutari poiché predispongono l’intero organismo ad affrontare una determinata situazione esterna; ma quando esse si protraggono per un lungo periodo di tempo, si viene in tal modo a creare una situazione di disequilibrio rispetto all’adattamento dell’esistenza.
Fatta questa doverosa premessa, lo Stress Lavoro-Correlato può essere definito come una situazione di disagio psicologico che trae le sue origini da condizioni lavorative non in linea con un soddisfacente ed equilibrato svolgimento del proprio lavoro. Le cause che in una persona determinano vissuti da stress lavoro-correlato, possono essere diverse e possono riferirsi sia all’organizzazione e sia alla natura stessa del lavoro. Difatti, alla base di situazioni da stress lavoro-correlato vi possono essere un elevato livello di competitività, carichi e ritmi di lavoro eccessivi, uno scarso coinvolgimento nei processi decisionali, la precarietà del mondo lavorativo, lo stipendio non adeguato, la mancanza di influenza sul modo in cui il lavoro viene svolto oppure la mancanza di chiarezza sui ruoli e le richieste che talvolta risultano essere contrastanti. A tutti questi elementi, inoltre, si aggiungono anche la presenza di varie forme di molestie (come ad esempio il mobbing), le comunicazioni inefficaci tra i diversi livelli decisionali, le scarse possibilità di sviluppo professionale, una gestione inadeguata dei cambiamenti organizzativi, la presenza di valori etici personali in contrasto con quelli dell’ambiente lavorativo, un alto livello di conflittualità, la scarsa autonomia nella esecuzione dei compiti, la mancanza di sostegno e di fiducia da parte dei colleghi o dei superiori. Va poi considerato, inoltre, come in alcune professioni di aiuto, come ad esempio quelle dei medici, degli infermieri, degli assistenti sociali, degli insegnanti, degli educatori o degli avvocati, vi possa essere il rischio di vivere ciò che viene definito burnout (parola inglese che significa “bruciato“), vale a dire lo sviluppare un lento e progressivo processo di affaticamento o logoramento psico-fisico dovuto allo stress accumulato e alla mancanza di energie e di motivazioni.
Come si vede, dunque, nel momento in cui una dimensione importante come quella lavorativa viene vissuta negativamente, può finire per incidere fortemente anche sulla dimensione personale, familiare e sociale e, dunque, sulla intera qualità della vita. Da un punto di vista psicologico, inoltre, nelle diverse situazione da stress lavoro-correlato sono piuttosto frequenti la presenza di vissuti di ansia, depressione, attacchi di panico, insonnia, irrequietezza, affaticamento, irritabilità oppure disagi di natura psicosomatica.
Difatti, vista la connessione sempre presente tra psiche e corpo, una situazione da stress lavoro-correlato può condurre anche a problematiche che riguardano per l’appunto il soma, cioè il corpo. Infatti, molto spesso le situazioni di disagio emotivo, come lo stress lavoro-correlato, trovano un loro canale espressivo proprio nella dimensione corporea. I disturbi psicosomatici, quindi, si possono manifestare in diverse parti del nostro corpo: nell’apparato respiratorio (ad esempio in casi di asma bronchiale, dispnea oppure nella sindrome iperventilatoria); nell’apparato cardiovascolare (per esempio in situazioni di coronopatie, tachicardia, palpitazioni, cardiopatie, cefalea emicranica oppure l’ipertensione arteriosa,); nell’apparato cutaneo (come ad esempio in situazioni di psoriasi, orticaria, acne, dermatite psicosomatica, alopecia, eczema, sudorazione, prurito, secchezza della cute e delle mucose); nell’apparato gastrointestinale (come ad esempio nelle situazioni di colite, gastrite, ulcera, stipsi, intolleranza o allergia alimentare, nausea, vomito); nell’apparato urogenitale (per esempio con i dolori mestruali, irregolarità mestruali, enuresi notturna, impotenza, eiaculazione precoce, anorgasmia maschile e femminile oppure nel vaginismo); nell’apparato endocrino (ad esempio in situazioni di ipertiroidismo o ipotiroidismo); nell’apparato muscolo-scheletrico (ad esempio in casi di cefalea tensiva, crampi muscolari, torcicollo, fibromialgia, stanchezza cronica, artrite, tic nervosi, dolori muscolari) oppure, infine, nei disturbi del comportamento alimentare (anoressia e bulimia).
Per quanto concerne l’apparato respiratorio, lo stress da lavoro-correlato può determinare, quindi, una broncodilatazione: lo stress lavoro-correlato, infatti, tendenzialmente tende a far respirare più forte, facendo talvolta comparire problemi di asma bronchiale oppure di iperventilazione, cioè di un respiro dai tratti rapidi e superficiali. Per quanto riguarda il sistema cardiovascolare, invece, le varie situazioni stressanti causate dal lavoro, possono determinare un aumento della pressione sanguigna e della frequenza del battito cardiaco, facendo talvolta comparire aritmie cardiache, tachicardia, palpitazioni, cardiopatie, ipertensione arteriosa oppure la cefalea emicranica. Per quanto riguarda l’apparato cutaneo, inoltre, va osservato come la salute della pelle sia direttamente correlata anche allo stress da lavoro poiché durante i periodi di intenso stress i livelli di cortisolo (definito anche l’ormone dello stress) tendono ad aumentare. Questo aumento di cortisolo può danneggiare il collagene e provocare infiammazioni, portando in tal modo a situazioni quali la dermatite psicosomatica, l’alopecia, la psoriasi, le macchie cutanee oppure l’acne. Per quanto riguarda il sistema gastrointestinale, invece, durante le situazioni di stress lavoro-correlato tende a diminuire la mobilità degli organi dell’apparato digerente nonché la produzione di succhi digestivi, ostacolando in tal modo sia la digestione e sia l’assorbimento degli alimenti. Tale alterazione dell’equilibrio intestinale, quindi, protratta nel tempo può condurre a situazioni come la gastrite, la colite (o colon irritabile), l’ulcera oppure le allergie o le intolleranze alimentari. Sul versante del sistema urogenitale, inoltre, situazioni stressanti da lavoro possono determinare anche un disequilibrio ormonale, causando dolori mestruali, irregolarità mestruali, calo del desiderio sessuale, impotenza, eiaculazione precoce, vaginismo oppure anorgasmia maschile e femminile. Sul versante dell’apparato endocrino, invece, ci possiamo trovare di fronte a situazioni sia di ipertiroidismo che di ipotiroidismo; sul versante del sistema muscolo-scheletrico, invece, una situazione di intenso stress da lavoro, può portare il corpo ad irrigidirsi: difatti, la tensione muscolare è una reazione allo stress poiché, in tal modo, il fisico si predispone ad affrontare eventuali situazioni di difficoltà. Uno stress di lunga durata, quindi, determina una tensione di base e quando la muscolatura è tesa per lunghi periodi di tempo, possono allora insorgere situazioni quali l’emicrania, i dolori muscolari, la cefalea muscolo-tensiva, la fibromialgia oppure il torcicollo. Per finire, invece, alti livelli di stress lavoro-correlato possono incidere anche nei disturbi del comportamento alimentare, con situazioni che possono portare all’anoressia oppure alla bulimia.
Un percorso psicologico, allora, può risultare estremamente utile e salutare per cercare di comprendere le cause, le motivazioni e le aspettative che si sono venute a creare rispetto alla dimensione lavorativa, al fine di elaborare e quindi superare gli eventuali disturbi psicosomatici connessi al lavoro, per tornare così gradualmente a rivivere la dimensione lavorativa in tutta la sua pienezza, gioia ed importanza.