La Resilienza ed il Bullismo

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La Resilienza Ed Il BullismoL’etimologia del termine resilienza proviene dal latino resalio, che significa risalire. Questo verbo, resalio (quindi risalire), inoltre, era utilizzato nei secoli addietro anche in ambito marinaro, poiché indicava la risalita sopra una barca dopo essere caduti in acqua. Il significato di resilienza, quindi, ha sempre indicato quello di recuperare, di risalire di risollevarsi dopo una umanissima situazione di disagio esistenziale. Si può ben dire, quindi, come da un punto di vista psicologico la resilienza possa essere definita come la capacità di una persona di affrontare e superare gradualmente umanissimi periodi o eventi di crisi. In altre parole, la resilienza può consentire ad una persona una graduale risalita dopo aver attraversato difficoltà esistenziali.

Come si è sin qui scritto, quindi, di fronte ad eventuali situazioni di disagio con sé stessi, oppure di salute, relazionali, con i familiari, sentimentali, scolastici oppure di lavoro, la resilienza, e con la relativa risalita ad essa associata, gradualmente può rappresentare sia la possibilità di ritrovare un nuovo equilibrio interiore dopo aver vissuto una spiacevole esperienza e sia un momento di crescita esistenziale. E va inoltre aggiunto come dopo la risalita, si possa sentire più umanità ed empatia, verso sé stessi ed anche nei confronti delle altre persone.

Tra le più frequenti difficoltà esistenziali, di certo il bullismo ricopre un posto molto importante. Il bullismo si può definire come una forma di violenza caratterizzata da continue azioni di prevaricazione e prepotenza che vengono messe in atto da un bambino o da un adolescente oppure da un adulto, cioè il bullo, nei confronti di un altro bambino, adolescente oppure adulto, cioè la vittima di bullismo, poiché percepito come “diverso” o più “debole” ad esempio per aspetti comportamentali, fisici, intellettivi, religiosi oppure di orientamento sessuale. Inoltre, le azioni di bullismo possono essere messe in atto sia da una singola persona e sia da un gruppo, spesso definito branco. Nel bullismo, va poi aggiunto, è possibile distinguere due diverse tipologie: il bullismo diretto e il bullismo indiretto. Il bullismo diretto si riferisce ad esplicite azioni aggressive nei confronti della vittima, azioni aggressive che possono essere sia di tipo fisico, come lo spingere, il picchiare, il far cadere e sia di tipo verbale, come le prese in giro oppure le offese insistenti e ripetute. Nel caso del bullismo indiretto, invece, ci si riferisce ad azioni e comportamenti attuati per danneggiare la vittima nelle sue relazioni con gli altri: tipici esempi di bullismo indiretto possono essere la diffusione di calunnie o notizie false nei confronti di una persona, l’isolamento oppure la sua esclusione da un gruppo. Nel momento in cui le azioni di bullismo si verificano attraverso internet (come ad esempio sui social network) oppure attraverso il telefono cellulare, si parla di cyberbullismo.

La Resilienza Ed Il BullismoPer quanto riguarda le conseguenze psicologiche, per chi è vittima di episodi di bullismo esse possono essere molto significative. Difatti, le continue azioni di sopruso possono determinare in età adulta vissuti di disagio piuttosto importanti. In caso di prevaricazioni protratte nel tempo, inoltre, le vittime spesso intravedono come unica possibilità per sottrarsi al bullismo quella di cambiare scuola, fino ad arrivare all’abbandono scolastico. Nel lungo periodo, dunque, le vittime di azioni di bullismo possono mostrare  un senso di sfiducia verso sè stessi e gli altri, una svalutazione di sè e delle proprie capacità, problemi sul piano relazionale, fino alla possibilità di mostrare vissuti psicologici quali l’ansia oppure la depressione. Va comunque sottolineato con molta attenzione che chi è vittima di bullismo, lungi dall’essere più “debole”, molto spesso, invece, sembra essere caratterizzato da una personalità che cerca di differenziarsi da una sorta di linea mediana collettiva, cioè da quei valori comuni di un gruppo a cui tutte le altre persone sono costrette quasi obbligatoriamente ad aderire. Per fare un esempio, una persona con una indole caratteriale riservata, o una persona particolarmente matura oppure una persona particolarmente dotata da un punto di vista intellettivo, può trovare difficoltà di inserimento in quei contesti sociali dove regnano gli aspetti più espansivi oppure dove dominano gli elementi più superficiali e puerili.
Anche per chi mette in pratica azioni bulliste, va aggiunto, vi possono essere conseguenze psicologiche da considerare. Difatti, queste persone possono evidenziare difficoltà relazionali oppure disturbi della condotta per incapacità di rispettare le regole che possono portare, nel lungo periodo, a veri e propri comportamenti antisociali oppure ad agire comportamenti aggressivi e violenti anche in famiglia e successivamente sul posto di lavoro. Numerosi studi, infatti, hanno mostrato come chi riveste a lungo il ruolo del bullo possa correre maggiori rischi di entrare in una escalation di violenza che parte dai piccoli episodi di furti o vandalismo, sino ad arrivare ad avere seri problemi con la legge.

Per mezzo di un percorso psicologico, allora, gradualmente si può elaborare e dunque, superare una situazione di difficoltà esistenziale come quella del bullismo, consentendo in tal modo ad una persona, una risalita, vale a dire un ritornare alla vita, sia con sé stessi che con le altre persone, in maniera  più speranzosa, armoniosa e salutare.