Il termine Resilienza trae la sua origine dal verbo latino resalio, ovvero risalire. È interessante osservare, inoltre, come tale verbo, resalio (e dunque risalire), in passato fosse una parola utilizzata piuttosto frequentemente anche in ambito marinaro, poiché significava risalire su una barca dopo una caduta in acqua. Si può facilmente intuire, quindi, come il significato di resilienza, sia quello di recuperare, di risalire, di risollevarsi, dunque, a seguito di una umanissima situazione di difficoltà esistenziale. Dopo un iniziale utilizzo di tale termine nella sfera ecologica e tecnologica, nel corso degli anni si è passati a considerare tale parola, attorno agli anni ‘50, anche nel campo della psicologia. Difatti, oggi, a livello psicologico la Resilienza può essere definita come la capacità di una persona di affrontare e, gradualmente, superare umanissimi periodi od eventi di difficoltà, di crisi oppure di stress. Detto in altri termini, la resilienza può permettere ad una persona, una graduale risalita dopo aver attraversato varie e comunissime difficoltà esistenziali.
Come si è sin qui scritto, quindi, di fronte ad eventuali situazioni di difficoltà con sé stessi, oppure relazionali, sentimentali, scolastici, familiari, di salute o di lavoro, oppure un lutto, la resilienza, la risalita, gradualmente, può rappresentare un momento di crescita e di possibilità di ritrovare, un nuovo equilibrio interiore dopo aver vissuto una esperienza negativa. E, soprattutto, che dopo la risalita, vi si possa sentire più umanità, più empatia, sia verso sé stessi che nei confronti delle altre persone.
Attraverso un percorso psicologico, allora, gradualmente si può elaborare e dunque, superare una situazione di difficoltà esistenziale, consentendo in tal modo ad una persona, una risalita, vale a dire un ritornare alla vita, sia con sé stessi che con le altre persone, in maniera più umana, salutare ed armoniosa.