Da sempre, l’essere umano è rimasto “affascinato” da questa particolare manifestazione naturale, ovvero il sogno. Basti pensare che il documento più antico, risulta essere il cosiddetto “Libro dei sogni ieratico” (2052-1778 a.C.) dell’Antico Egitto, ed esso, è, per così dire, un testo di consultazione dove si potevano trovare spiegazioni riguardo i propri sogni. Anche nel testo mesopotamico “L’Epopea di Gilgamesh” (redatto attorno al 2700 a.C.) vi sono narrati i sogni. Numerosi rimandi onirici, sono poi presenti presso i Romani ed i Greci: presso le loro civiltà, ad esempio, un’attività molto comune era l’incubazione, che consisteva nel far addormentare una persona, con l’augurio che sognando, gli venisse suggerito quale comportamento salutare potesse intraprendere nella vita diurna. Anche nelle cosiddette popolazioni primitive, i sogni risultavano essere della massima importanza. I Senoi della Malaysia, ad esempio, incoraggiano sin dalla più tenera età i propri figli a sognare. Come per i Senoi, anche tra gli Irochesi del Nord America, il sogno era così importante che veniva discusso pubblicamente. I primitivi abitanti delle Isole Figi, inoltre, considerano i sogni come salutari viaggi dell’anima; i beduini del Nilo si avvolgono tuttora la testa con il turbante per consentire alla loro anima di sognare mentre dormono. Presso gli Aborigeni australiani, inoltre, tutta la loro mitologia è fondata dal “Tempo del Sogno”. Anche le varie religioni del mondo sono state sempre influenzate dai sogni: in quella ebraica, musulmana, ed ovviamente anche in quella cattolica sono molto frequenti i rimandi ai sogni. In quella asiatica, inoltre, la fiducia nei sogni era usanza comune, che tutt’ora rimane fino ai giorni nostri. È presente, ad esempio, tra la cultura orientale, l’idea di fondo di un’energia che pervade tutto (il Ch’i cinese e il Ki giapponese), che come spirito anima tutte le cose; i sogni sono portatori di questa energia, permettendo all’uomo di rigenerarsi. L’oniromanzia (chan meng), o formulazione di pronostici mediante i sogni, era praticata anche in Cina, come nelle più antiche civiltà asiatiche. Nella ricca religione indiana, infine, lo stato di “sogno” è uno stato intermedio tra il “sonno profondo” e quello della “veglia”.
Si deve, però, all’ “L’interpretazione dei sogni” (1900) dello psicologo austriaco Sigmund Freud il fatto di considerare tali prodotti notturni come elementi fondamentali per la comprensione e la soluzione di problematiche psicologiche. Sulla scia di tale impostazione, lo psicologo svizzero Carl Gustav Jung, gradualmente elaborò una sua personale impostazione riguardo il sogno. Difatti, secondo Jung la funzione principale dell’attività onirica è quella della compensazione. In pratica, se vi è un nostro elemento caratteriale, come dire, in eccesso, la funzione compensatoria dei nostri sogni prova ad illuminare anche aspetti di segno opposto, alla ricerca, quindi di quel salutare e personale equilibrio tra i vari elementi della nostra personalità. Difatti, è nel giusto equilibrio che può passare il nostro benessere. Per fare un esempio: in una fase esistenziale particolarmente estrovertita della nostra esistenza, i nostri sogni, con umiltà e saggezza, provano a suggerirci di illuminare anche altri elementi più introvertiti. Oppure, al contrario, se si vive una fase molto introvertita, la funzione compensatoria dei sogni proverà, sempre con saggezza ed umiltà, ad illuminare quei nostri tratti caratteriali più espansivi. Proseguendo negli esempi di compensazione, quando durante una delusione sentimentale in una persona vi è un forte vissuto, mi si passi il termine, auto-accusatorio, la funzione compensatoria dei sogni si può esprimere valorizzando, con oggettività ed obiettività, nostri tratti caratteriali, oppure come le motivazioni di quella stessa delusione sentimentale siano da ricercarsi da entrambe le parti, ovviamente, il tutto, per il nostro benessere. Oltre alla funzione compensatoria, inoltre, i sogni aiutano anche, per così dire, ad “incoraggiare” nel proseguire un comportamento tenuto nella nostra vita diurna. Infine, per Jung i sogni possono rappresentare anche delle realtà che potenzialmente potrebbero emergere nel prossimo futuro, dando a questa caratteristica il nome di funzione prospettica. Mi sia concessa un’altra considerazione: di fronte a qualsiasi situazione di incertezza, i nostri stessi sogni ci offrono una personale soluzione a quella stessa incertezza. In altre parole, è il nostro mondo interiore, i nostri sogni, a suggerci una graduale soluzione a quella stessa incertezza. È dunque, il sogno, uno degli strumenti più democratici, poiché dentro noi stessi troviamo la graduale soluzione. Per tali ragioni, secondo Carl Gustav Jung, i sogni possono essere considerati come il più importante fattore trasformativo, in senso ovviamente positivo, della nostra vita. I sogni, quindi, i nostri sogni, di fronte alle nostre eventuali ed umanissime situazioni di incertezza, gradualmente suggeriscono una personale ed efficace soluzione, affinché si possa vivere una vita più ricca e dunque, una vita più genuinamente salutare.