I Disturbi Psicosomatici possono essere considerati come tutti quei disagi fisici causati da intensi vissuti psicologici. Difatti, alla luce della connessione sempre presente tra psiche e corpo, molto spesso le situazioni di difficoltà emotive trovano un loro canale espressivo proprio nel soma, vale a dire nella dimensione del corpo. I disturbi psicosomatici, quindi, si possono manifestare in diverse parti della nostra dimensione corporea: nell’apparato cutaneo ( ad esempio in situazioni di eczema, alopecia, dermatite psicosomatica, psoriasi, acne, prurito oppure sudorazione); nell’apparato respiratorio ( come ad esempio nei casi di asma bronchiale oppure dispnea); nell’apparato cardiovascolare (per esempio in situazioni di palpitazioni, ipertensione arteriosa, tachicardia, oppure di cefalea emicranica); nell’apparato gastrointestinale (come ad esempio nelle situazioni di gastrite, colite, mal di stomaco, ulcera, nausea, stipsi, vomito, intolleranza oppure allergia alimentare); nell’apparato urogenitale (per esempio con l’eiaculazione precoce, l’impotenza, oppure con dolori o irregolarità mestruali, anorgasmia femminile e maschile, vaginismo); nell’apparato muscolo-scheletrico (ad esempio in casi di cefalea tensiva, crampi muscolari, torcicollo, dolori muscolari, stanchezza cronica, artrite, tic nervosi); nei disturbi del comportamento alimentare (come per esempio la bulimia o l’anoressia) oppure nell’apparato endocrino (ad esempio in situazioni di ipotiroidismo oppure ipertiroidismo). Dunque, fermo restando la specificità di ogni situazione psicologica, momenti o situazioni di disagio con sé stessi oppure con la realtà esterna, possono determinare emozioni che vanno ad attivare il corpo, nello specifico il Sistema Nervoso Autonomo, il quale, a sua volta, reagisce con risposte fisiologiche che possono determinare disfunzioni a livello fisico.
Come si è sin qui scritto, quindi, di fronte ad eventuali situazioni psicosomatiche vi possono trovare spazio vissuti psicologici piuttosto negativi ed in una simile situazione, allora, diventa importante introdurre un concetto fondamentale, vale a dire quello della Resilienza. La resilienza, infatti, può essere definita come la capacità di una persona di affrontare e, gradualmente, superare umanissimi eventi di difficoltà, proprio come nei casi di malessere psicosomatico. La parola resilienza, inoltre, trae la sua origine dal verbo latino resalio, ovvero risalire. Può essere utile osservare, in aggiunta a tutto ciò, come questo verbo, resalio, cioè risalire, nei secoli passati fosse una parola utilizzata piuttosto frequentemente anche in ambito marinaro, poiché significava risalire su di una barca dopo una caduta in acqua. Si può facilmente intuire, quindi, come il significato di resilienza, sia quello di risollevarsi, di recuperare, di risalire, dunque, dopo una umanissima situazione di difficoltà esistenziale, come può essere un disagio di natura psicosomatica. Detto in altri termini, la resilienza può permettere ad una persona, una graduale risalita dopo aver attraversato varie e comunissime difficoltà esistenziali.
Come si è sin qui scritto, quindi, di fronte ad eventuali situazioni di difficoltà dovute a situazioni psicosomatiche, la resilienza, la risalita, può rappresentare con gradualità un momento di evoluzione e di possibilità di ritrovare un nuovo equilibrio interiore dopo aver vissuto una esperienza negativa. Ed oltre a tutto ciò, inoltre, che dopo la risalita, si possa sentire più umanità e più empatia, sia verso sé stessi che nei confronti delle altre persone. Per mezzo di un percorso psicologico, allora, gradualmente si può elaborare e dunque superare una situazione di difficoltà esistenziale, permettendo in tal modo ad una persona, una risalita, cioè un ritornare alla vita, sia con sé stessi che con le altre persone, in maniera più salutare, umana ed armoniosa.