Gli Attacchi di Panico possono essere definiti come un vissuto psicologico caratterizzato da una improvvisa ed intensa sensazione di paura e di disagio, e che al contempo vede un repentino aumento dell’ansia presente normalmente.
La loro caratteristica essenziale, quindi, è rappresentata da un periodo preciso di intenso disagio e paura: l’attacco di panico, infatti, ha un improvviso inizio, raggiunge con rapidità il suo apice (all’incirca tra i cinque ed i dieci minuti) ed è spesso accompagnato da un senso di pericolo imminente. Va aggiunto, inoltre, come gli attacchi di panico siano caratterizzati da una serie di sintomi sia psichici che fisici come le palpitazioni, l’ansia, la paura di morire o di perdere il controllo, la difficoltà di respirazione o il cosiddetto “nodo alla gola”, i disturbi addominali, le sensazioni di formicolio oppure la nausea. Da quanto sin qui scritto, quindi, si può ben vedere come un attacco di panico sia vissuto dalla persona come un vero e proprio “terremoto emotivo”, a cui si aggiunge, tra l’altro, il vissuto di “imprevedibilità” di un eventuale ed ipotetico attacco successivo.
A secondo delle differenti relazioni tra l’inizio di un attacco di panico e la presenza o l’assenza di situazioni scatenanti, inoltre, esistono tre tipologie specifiche di attacchi di panico: gli attacchi di panico inaspettati, gli attacchi di panico causati dalla situazione ed infine gli attacchi di panico sensibili alla situazione. Negli attacchi di panico inaspettati, la persona non associa l’inizio dell’attacco di panico con un fattore scatenante situazionale specifico; mentre negli attacchi di panico causati dalla situazione l’attacco si evidenzia sempre durante una situazione specifica, ed infine negli attacchi di panico sensibili alla situazione gli attacchi di panico hanno una maggiore probabilità di manifestarsi di fronte ad una situazione specifica, ma non sono sempre associati con quella particolare situazione.
Come si può bene vedere, dunque, l’attacco di panico è un vissuto psicologico estremamente importante, che molto spesso può far attivare anche un altro elemento: l’Ansia Sociale. L’ansia sociale, conosciuta anche come “fobia sociale”, può essere definita come un vissuto psicologico caratterizzato da un forte timore di affrontare varie situazioni sociali e relazionali, poiché una persona , in quelle situazioni sociali, si può sentire sia preoccupata dalla possibilità di essere osservata ed esposta a valutazioni oppure giudizi critici da parte degli altri e sia dalla preoccupazione della possibilità di comportarsi in modo inadeguato. Inoltre, nelle varie situazioni in cui si attiva l’ansia sociale, una persona può anche percepire la cosiddetta ansia anticipatoria, vale a dire un’ansia che inizia settimane o giorni prima del momento in cui si dovrà affrontare una determinata situazione relazionale. Va poi aggiunto, inoltre, come nell’ansia sociale si possano anche presentare una serie di sintomi fisiologici, come, ad esempio, la sudorazione, la tachicardia, il rossore eccessivo sul volto, le tensioni muscolari, i disturbi gastrointestinali, le palpitazioni, la nausea, il balbettio oppure la voce tremante. L’ansia che si attiva nei diversi contesti sociali, quindi, può essere vista anche come una sorta di “zavorra esistenziale” che può portare ad evitare o a limitare la presenza in varie situazioni e contesti interpersonali, impedendo in questo modo il naturale e libero fluire della vita, ed incidendo sulla dimensione relazionale, familiare ed affettiva di una persona. Inoltre, va aggiunto come vi possano essere due tipi di ansia sociale: l‘ansia sociale generalizzata e l‘ansia sociale specifica: nell’ansia sociale generalizzata le paure vengono vissute in molte situazioni sociali, le quali ovviamente possono variare da persona a persona, mentre nell’ansia sociale specifica il timore si presenta solo in determinate situazioni relazionali. I contesti e le situazioni relazionali in cui le persone percepiscono una fobia sociale possono essere numerosi: difatti, possono determinare vissuti di ansia sociale, ad esempio, l’esprimere la propria opinione in gruppo, il parlare in pubblico, partecipare ad iniziative ed incontri sociali, l’essere al centro dell’attenzione, prendere la parola in una riunione, conoscere nuove persone, avere appuntamenti sentimentali, entrare in locali pubblici oppure prendere mezzi di trasporto pubblici, effettuare delle attività sotto lo sguardo di altre persone, frequentare la scuola, partecipare a feste, affrontare un esame, avere un colloquio di lavoro, parlare con persone che si reputano importanti, rapportarsi con i colleghi sul posto di lavoro, oppure, a livello più in generale, in tutte quelle situazioni esistenziali in cui è richiesta una certa esposizione.
Attraverso un fiducioso percorso psicologico, però, è possibile divenire gradualmente consapevoli dei vissuti emotivi che determinano gli attacchi di panico e l’ansia sociale ad essi associata, riuscendo in tal modo a comprenderli, elaborarli e quindi superarli, per ritornare a vivere la vita sociale con serenità e tranquillità.