L’Italia ed il mondo intero, dal marzo del 2020, stanno attraversando una delle fasi più impegnative della storia dell’umanità, quella della cosiddetta Emergenza Covid. Tutti quanti noi, infatti, siamo immersi all’interno di una pandemia mondiale, e nel corso dei decenni e dei secoli che verranno, si leggerà di questo difficile momento storico. Fatta questa doverosa premessa, i forti vissuti emotivi che l’Emergenza Covid comporta, possono ovviamente ed inevitabilmente creare un malessere psichico e tra i più presenti ed intensi, c’è quello degli Attacchi Di Panico. La caratteristica essenziale di un attacco di panico è costituita da un periodo preciso di intensa paura e disagio: un attacco di panico, infatti, ha un inizio improvviso, raggiunge con rapidità il suo picco (di solito in cinque oppure dieci minuti) ed è molto spesso accompagnato da un senso di catastrofe imminente oppure di pericolo.
Gli attacchi di panico, inoltre, sono caratterizzati da una concomitante serie di sintomi psichici e fisici quali le palpitazioni, l’ansia, la paura di morire oppure di perdere il controllo, i disturbi addominali, la difficoltà di respirazione o “nodo alla gola”, le sensazioni di torpore o formicolio, oppure la nausea. La persona che sta vivendo un attacco di panico, quindi, in quei momenti sembra esperire un vero e proprio “terremoto emotivo“, a cui si aggiunge il vissuto di imprevedibilità di un eventuale attacco successivo.
In base alle differenti relazioni tra l’esordio dell’attacco di panico e la presenza o l’assenza di fattori situazionali scatenanti, esistono tre differenti tipologie caratteristiche di attacchi di panico: sensibili alla situazione, causati dalla situazione ed infine quelli inaspettati. Negli attacchi di panico sensibili alla situazione, essi hanno una maggiore possibilità di presentarsi in seguito all’esposizione ad uno stimolo o ad un fattore scatenate situazionale, ma non sono sempre associati con quello stimolo e non si manifestano necessariamente subito dopo l’esposizione. Negli attacchi di panico causati dalla situazione, invece, la crisi panica si manifesta quasi invariabilmente durante l’esposizione o nell’attesa dello stimolo o fattore scatenante situazionale specifico. Gli attacchi di panico inaspettati, infine, sono quelli in cui una persona non associa l’esordio dell’attacco con un fattore scatenante situazionale specifico.
Bisognerebbe poi aggiungere come alcune persone con disturbo da attacchi di panico possano manifestare anche l’agorafobia, cioè la paura di rimanere intrappolati in una situazione o in un luogo dai quali la fuga può risultare imbarazzante e difficile, oppure potrebbe non essere disponibile un aiuto nel caso in cui la persona stessa venga colpita da una improvvisa e nuova crisi. Tale elemento di agorafobia, inoltre, esprime certamente uno degli elementi più invalidanti degli attacchi di panico, in quanto essa finisce per interferire molto con il normale funzionamento familiare, sociale e lavorativo. Infatti, per evitare tale paura spesso si possono attuare comportamenti di evitamento di luoghi affollati o chiusi, oppure non si utilizzano mezzi di trasporto oppure ancora non si viaggia da soli.
Per quanto riguarda la diffusione degli attacchi di panico in base al genere, anche se le donne sono certamente in numero maggiore, in questi ultimi anni si è evidenziata una costante e crescente incidenza anche tra la popolazione maschile. Infine, mentre sino a qualche anno fa gli attacchi di panico riguardavano principalmente i giovani, in questi ultimi anni essi sembrano coinvolgere persone di tutte le fasce di età.
Da un punto di vista psicologico, le cause degli attacchi di panico si possono ricercare tra le dinamiche fra la coscienza e i contenuti più profondi. Per mezzo di un fiducioso percorso psicologico, dunque, è possibile raggiungere una maggiore chiarezza e consapevolezza di tali contenuti emotivi e di integrarli, con equilibrio ed armonia, all’interno della personalità globale.