Il Benching, dall’inglese “bench” ovvero “panchina”, letteralmente significa “tenere in panchina” ed esso si riferisce a quella particolare modalità relazionale che consiste nel prendersi del tempo lasciando, contemporaneamente, un’altra persona in attesa, con il fiato sospeso, speranzosa, in uno stato limbico, in panchina per l’appunto, e mandandole di tanto in tanto un messaggio, facendole qualche rara telefonata oppure mettendole un like sui social network per non farle perdere quella flebile scintilla di speranza che possa aver cambiato idea riguardo la possibilità di ritessere un rapporto relazionale. Nel frattempo, però, il bencher, cioè colui che lascia in attesa un’altra persona, molto spesso si guarda intorno, flirta oppure fa conoscenza di altre persone.
Prima di addentrarci più nello specifico nell’analisi del benching, a livello generale si può osservare come in una società dove tutto è tendenzialmente all’insegna della velocità e della fugacità, anche le relazioni possono diventare più flessibili, variegate e, dunque, molto più “liquide“. Va detto come tutto questo sia una tendenza in cui i social network come Facebook, Instagram, Tik Tok oppure Twitter e le applicazioni di messaggistica come WhatsApp, giocano un ruolo fondamentale: il web, infatti, ha modificato il nostro modo di percepire il tempo e lo spazio; ma se è vero che la possibilità di incontrare nuovi partner ora è facilmente a portata di un semplice click, è altrettanto vero come tutto questo si possa accompagnare anche ad una crescente incapacità di entrare davvero in relazione intima con un’altra persona.
Tornando al discorso iniziale, come si è visto, quindi, il benching crea nell’altra persona un costante stato di incertezza e di dubbio, lasciandola in bilico, in attesa, per averla in tal modo sempre a disposizione. Il bencher, infatti, regolarmente si fa vivo e sparisce a suo completo piacimento: non sempre risponde a chiamate e messaggi, telefona sporadicamente, si rende molto disponibile in alcuni attimi per poi tornare ad essere totalmente irraggiungibile ed inaccessibile in altri frangenti. Può alternare, dunque, momenti di viva attenzione ed interesse accompagnati da promesse e lusinghe e da una presenza sia affettiva che fisica, ad atteggiamenti di assenza, indifferenza oppure persino di netto rifiuto. Il suo comportamento, quindi, può essere vago, ambiguo, evasivo ed elusivo, per niente trasparente, molto spesso poco onesto e poco sincero. Inoltre, non di rado capita che all’interno di relazioni di tipo amoroso, esso frequenti, come abbiamo visto, contemporaneamente più persone, a volte persino ex partner. Difatti, se è vero che il benching può riguardare qualsiasi tipo di rapporto umano, è altrettanto vero che nelle relazioni sentimentali il benching tenda maggiormente a manifestarsi, come una modalità di tessere relazioni sentimentali senza impegni. In questi casi il bencher continua a stare con il partner ma con un atteggiamento sempre indeciso, incerto e altalenante; divaga e temporeggia, quindi, su ogni cosa che possa riguardare il loro rapporto sentimentale. Va detto che in alcuni contesti, questa situazione di attesa può trattarsi di una scelta consapevole, vale a dire condivisa da entrambi i componenti della coppia, ma nella stragrande maggioranza dei casi, purtroppo, il benching è un gesto messo in atto da un individuo nei confronti e ai danni di un’altra persona. Le motivazioni che inducono una persona a rapportarsi in tal modo possono essere molteplici e variegate: vi può essere, ad, esempio, la volontà di non volere legami significativi, oppure l’essere incapaci di rompere la relazione e di dire basta anche quando le cose non vanno come si vorrebbe, oppure il timore di restare soli, oppure aver paura di perdere definitivamente l’altra persona, oppure ancora la volontà di tenere il piede in due scarpe mantenendo aperta, nell’altra persona, una possibilità e, contemporaneamente, non perdendo però l’eventualità di tessere altre occasioni sentimentali. Si tratta, in quest’ultimo caso, di un atteggiamento piuttosto opportunistico che tiene aperte in parallelo più strade, magari per non rimanere da soli oppure per essere alla ricerca di trovare situazioni sentimentali migliori e più appaganti. All’estremo, quindi, il benching si può rivelare come un gioco per ceri versi crudele di una persona, la quale, piuttosto priva di empatia e vicinanza umana, seduce e manipola l’altra tenendola sulle spine, in un gioco esistenziale perpetuato con l’intenzione di mantenere vivo l’interesse nei propri confronti e di confermare, in tal modo, all’interno di una relazione superficiale e di potere, sé stesso e, per certi versi, il proprio senso di “forza”.
Purtroppo, però, l’altra persona che cade nella trappola di una situazione di benching, continuamente appesa e in una condizione di perenne attesa, può finire molto spesso per diventare una passiva spettatrice, dipendente in tutto e per tutto dalle intenzioni e dalle mosse del bencher. Di fronte a tanta incertezza, inoltre, la vittima di benching può sperimentare forti vissuti di ansia, frustrazione e persino di depressione ed essa si sente profondamente svalutata poiché può percepire sé stessa solo come un ripiego, come una sorta di “ruota di scorta“, quasi come una persona costretta ad elemosinare amore, attenzione ed interesse. Inoltre, la possibile competizione con le altre eventuali rivali, crea una situazione di ansia continua e di malessere che invece di far desistere dal voler stare con quella persona, può talvolta far scattare il desiderio di dover essere la migliore fra tutte, quella che merita di essere scelta, aggiungendo, in tal modo, ansia su ansia. Frequentemente, comunque, la vittima di benching può rimanere bloccata e fissata nel farsi volere ed accettare a tutti i costi dall’autore del benching. E’ così delicato e difficile restare in questa condizione di perenne attesa e di sospensione che lo psicologo svizzero Carl Gustav Jung scrive “ Sai come il diavolo tortura le anime nell’inferno? […] Le mantiene in attesa. ”
Attraverso un fiducioso percorso psicologico, allora, è possibile gradualmente elaborare e quindi superare tutti i profondi e delicati vissuti emotivi di attesa connessi ad una situazione di benching, per tornare gradualmente in tal modo a tessere le relazioni sentimentali oppure amicali con più serenità, ottimismo e piacere.