Il Vaginismo è uno spasmo involontario dei muscoli che circondano la vagina che, chiudendo l’apertura vaginale, rende la penetrazione del pene, di un dito oppure di un oggetto molto difficile e dolorosa, e in moltissimi casi persino impossibile. Si tratta, dunque, di una risposta involontaria che la donna non è in grado di evitare, nonostante sia presente in lei il desiderio sessuale nei confronti del proprio partner. A livello generale, inoltre, è possibile classificare il vaginismo in due tipologie: il vaginismo primario ed il vaginismo secondario. Nel vaginismo primario la donna non è mai riuscita ad avere un rapporto sessuale con penetrazione a causa delle contrazioni involontarie dei suoi muscoli vaginali; mentre nel vaginismo secondario la donna in passato è stata in grado di sperimentare un rapporto sessuale soddisfacente con il proprio partenr, ma ora non riesce più ad averlo in seguito alle suddette contrazioni involontarie. Inoltre, si definisce vaginismo generalizzato quando esso è costantemente presente, mentre nel vaginismo situazionale, la disfunzione si verifica solo con un certo tipo di stimolazioni, in certe situazioni e con determinati partner. La manifestazione fondamentale del vaginismo, quindi, è la ricorrente o persistente contrazione involontaria dei muscoli all’ingresso della vagina. Oltre allo spasmo dei muscoli dell’accesso vaginale, le donne con vaginismo manifestano solitamente anche la fobia della penetrazione vaginale oppure la fobia del coito. Si stima, comunque, che il vaginismo colpisca circa il’2-3% delle donne in età fertile, ma la percentuale tende a crescere (circa il 15-20%) se l’indice d’incidenza si focalizza nelle sole donne che si sottopongono a frequenti controlli. Va ben sottolineato, inoltre, come il disagio del vaginismo meriti molta considerazione poiché vista la valenza e l’importanza della sfera sessuale nella vita delle persone, esso può portare ad una più generale difficoltà nel rapporto con sé stessi, nell’identità stessa di donna, nella relazione di coppia e, dunque, nell’intera qualità della vita.
Anatomicamente, dunque, i genitali della donna vaginismica sono del tutto normali. Tuttavia, in caso di vaginismo, quando si tenta la penetrazione, l’accesso vaginale si serra talmente tanto che l’atto sessuale risulta essere molto difficile o impossibile, tant’è che talvolta persino gli esami vaginali devono essere effettuati sotto anestesia. In alcune donne, inoltre, perfino la semplice idea di introdurre qualcosa nella vagina può causare uno spasmo muscolare. Nel vaginismo, inoltre, la contrazione può variare da una forma lieve, che induce una certa tensione e disagio, fino a forme più gravi, che impediscono completamente la penetrazione. Gli sforzi di penetrazione del partner, inoltre, oltre a creare alla donna un forte dolore fisico, la possono far sentire spaventata, frustrata ed umiliata, ed i ricorrenti insuccessi sessuali possono anche dare origine ad un senso di inadeguatezza e bassa autostima. Il vaginismo, inoltre, può avere un effetto psicologico negativo non solo sulla donna ma anche sul proprio partner. È possibile, infatti, che il rifiuto dell’atto sessuale da parte della donna provocato dal vaginismo, possa determinare conseguenze piuttosto negative anche nel partner. L’uomo, infatti, può sentirsi inadatto, frustrato ed incapace di soddisfare i desideri della propria donna, e molto spesso tutti questi vissuti possono comportare nel partner la comparsa dell’impotenza, della eiaculazione precoce oppure della perdita del desiderio sessuale. E va inoltre aggiunto che per eludere il confronto con queste esperienze così dolorose e frustranti, molto spesso la coppia finisce di evitare qualunque rapporto sessuale.
Da un punto di vista psicologico, inoltre, fermo restando la specificità di ogni situazione psichica, in linea generale si può ipotizzare che alla base del vaginismo della donna vi possa essere un’educazione sessuale particolarmente rigida, esperienze passate di abuso sessuale, primi rapporti sessuali dolorosi, stress, ansia anticipatoria oppure ansia da prestazione, attacchi di panico, incapacità di rilassarsi ed atteggiamenti di ipercontrollo, un cattivo rapporto con il proprio corpo oppure la paura inconscia di rimanere incinta. Spesso, va aggiunto, è riscontrabile nella donna la convinzione irrazionale di avere una vagina troppo piccola per poter affrontare un rapporto sessuale oppure la paura della possibilità di lacerarsi in seguito alla penetrazione. Inoltre, come si è visto all’inizio di quest’articolo, si distingue tra un vaginismo primario, ovverosia presente fin dagli esordi dell’attività sessuale, ed un vaginismo secondario, vale a dire una forma di vaginismo subentrata nella vita della donna da un certo periodo in poi. Questa distinzione fa giungere generalmente alla conclusione che in caso di vaginismo primario il disturbo sia principalmente dovuto a dinamiche prettamente intrapsichiche della donna, vale a dire riguardanti il suo mondo interiore, mentre una situazione di vaginismo secondario sarebbe più legato a difficoltà interpersonali, cioè basate sulla relazione e sulla di vita di coppia.
Attraverso un fiducioso percorso psicologico, allora, è possibile elaborare e superare i contenuti che sono alla base di una situazione di vaginismo, per integrarli con equilibrio ed armonia all’interno della personalità globale, consentendo in tal modo alla donna vivere la propria sessualità con naturalezza e serenità.